Osservazioni |
| Osservazioni dell'anno 2012 | |
Calopterix splendens
(maschio): una specie quest'anno in grande espansione al Caloggio.
Queste sulla riva del Nirone presso l'ex orto. Sullo sfondo i riflessi dell'acqua.
Oggi al Caloggio è un tripudio di libellule. Dedico pochissimo alla vegetazione ( vedi le osservazioni in coda alla pagina).
Cosa c'entrano le libellule con gli alberi e gli arbusti dell'oasi cui è dedicato questo sito?
É probabile che la quantità e la varietà delle libellule presenti in un ambiente naturale possa indicare il grado di salute dell'ecosistema, particolarmente delle acque e della vita connessa alle zone umide. Di certo passeggiare nel verde e vedere svolazzare qua e la questi insetti così colorati è un vero piacere. Difficile assistere a uno spettacolo simile in uno dei tanti mega parcheggi asfaltati, così frequenti da queste parti.
Per inciso le libellule sono in forte calo negli ultimi decenni in tutto il mondo, alcune specie, anche da noi sono a rischio estinzione. Al Caloggio sembra che succeda il contrario, anche se è troppo presto per dirlo con certezza.
Già all’inizio dell’oasi, ma ancora sulla via Caloggio, in un angolino di canale secondario di un paio di mq racchiuso dalla vegetazione, comincio a vedere e fotografare
Calopterix splendens
(di seguito
C.s.
) sia maschi che femmine e
Platycnemis pennipes
(di seguito
P.p.
).
Poco oltre, sulle ginestre e sotto i fili dell’alta tensione, un Orthetrum coerulescens si lascia avvicinare tranquillo. Non tengo conto che lo sfondo è scuro e che la bestiola risulterà sovraesposta. Le foto comunque sono decenti.
Lungo il canale verso il ponticello altre libellule, ma in ombra e più lontane.
Fa caldo, ma un venticello che muove foglie e libellule e disturba le riprese rende il clima gradevolissimo. L’altro ieri ha piovuto, ma non abbastanza da riempire gli stagni (vedi Fosso del Ronchetto) piuttosto a secco e da inzuppare i prati umidi, che oggi sono secchi. Le zanzare ci sono, ma poche, e così sa fa a meno dello spray repellente.
Alla radura ben soleggiata e con ortiche ed erbe alte e varie le P. p. mi ballano davanti agli occhi da tutte le parti. Penso che non sia ancora la stagione dei Sympetrum pedemontanum , assidui frequentatori del luogo. Mi sbaglio, ma lo vedrò dopo.
Allo stagnetto ancora molte C. s. e P. p. Ma c’è anche un Orthetrum sp. che si posa troppo poco.
C'è anche qualche Coenagrion puella che non ho mai visto lì (che non so riconoscere) e che per fortuna si lascia fotografare (vedi sotto).
La specie, e non solo questa, è identificata in Forum Natura Mediterraneo da
Maggie Grubs
, che ringrazio calorosamente.
Vedi per esempio
Aggiungo che fra le tante C.s. femmina che vedo da lontano mi chiedo se in realtà con ci sia qualche Lestes sp . Resterò con il dubbio. Qualche anno fa ne ho vista qualcuna qui.
Sul sentiero 2 lungo il Nirone, sul lato sinistro che è più soleggiato non c’è pianta o arbusto che non ospiti almeno un paio di C. s . Come mi avvicino al mio passaggio svolazzano qua e là e non ritornano alla loro postazione. Poco male, le ho fotografate molte volte. Mai viste però tante come quest’anno.
Vedo C.s. persino nel bosco vecchio (sentiero 3) sulle poche foglie a cui arriva un po’ di sole.
Senza attardarmi nel prato umido (sentiero 4), mi reco di fretta all’ex orto (sentiero 5), che è il luogo dove sono sempre abbondate le P.p. il cui interesse oggi non supera quello per i moscerini, e dove a colpo sicuro trovo sempre le C.s.
Rimango a bocca aperta per quante ce ne siano sulla riva del Nirone. E c’è anche qualche Orthetrum coerulescens , che mi sembra però diverso da quello visto lungo il canale secondario. Le foto sono scarsine, ma penso che bastino al riconoscimento. La differenza è dovuta all'età. Il primo, più giovane, non ha ancora svilpuuato la pruinosità sull'addome che appare giallastro invece che blu (la spiegazionme è sempre di MG).
Sulla strada del ritorno, passando per il prato umido, mi imbatto in una libellula rossiccia - ambrata. Per la verità oggi avevo già visto una libelliula decisamente rossa, troppo lontana e sfuggente, non ricordo dove. Quello nella foto sotto mi sembra un Simpetrum , ma è ancora un Orthetrum coerulescens , questa volta femmina.
Poco oltre ecco un S ympetrum pedemontanum . È un po’ in alto ma le macchie sulle ali sono inconfondibili e le foto mi piacciono lo stesso. Credo che sia giovane, ma sentiremo gli esperti.
Tornando sulla via Caloggio verso l’auto passo a fianco di un orticello. Cosa vedo sull’insalata? Un altro S. pedemonatanum . È lontanino, mi sporgo sulla recinzione e poi lo sfondo dell’insalata gli dona.
Brutte foto delle rosa canina
I ciliegi dell'oasi, nonostante il gran caldo e la siccità non hanno perso una foglia. Sembrano soffrire invece i ciavardelli , che non a caso sono diffusi nell'europa centrale.
Il grande
sambuco
della radura è pieno di infruttescenze acerbe..
Belle le infruttescenze di sambuco e di corniolo . Non c'è nulla però di già maturo.
Anche qui i ciliegi stanno bene.
Le foglie del salice caduto sono ormai tutte secche e si notano bene nel fitto della vegetazione.
Mi ricordo ora che alcuni piccoli tassi sono anche qui. Sembano aver attecchito anche se le foglie non sono proprio verdi come dovrebbero.
Il ramo della farnia è stato ben ripulito. Giace a terra e lì resterà, per favorire gli insetti xilofagi.
Il castagno soffe molto (foto a desta) per la malattia che colpisce questa specie da qualche anno e che produce delle galle e poi fa disseccare le foglie, qiuando non l'intera pianta. Le parte alta della chioma sembra stare meglio.
Non si riesce ancora a capire di che specie sia la piantina che assomiglia all'ailanto. Sembra piuttosto un noce nero . E come ci sarebbe arrivata nell'oasi questa specie esotica?
M. Minora osserva a proposito che ce ne sarebbero altre due o tre piantine simili sparse per l'oasi. Anche a lui paiono noci neri e sarebbero diffusi per seme da uccelli, probabilmente corvi. |
La soluzione del piccolo mistero è rimandata.
Il piccolo olmo , mascotte dell'oasi sta benissimo, raggiunto con la solita deviazione sul sentiero 6.
Passo di fretta ma sembra tutto OK. Non devio verso la riva del Nirone
Qui i padi crescono rigogliosi e quello che era un prato piantumato comincia ad avere l'aria di un un boschetto.
Oltre la riva del Nirone, in una zona poco accessibile, alcune robinie sembrano arrivate al termine del loo ciclo vitale. Diverse chiome sono completamente spoglie.
All'inizio della via un sudamericano gentile si lascia fotografare. È completamente bagnato perché, per mitigare la calura, si è tuffato nel secondario del Villoresi, proprio come facevano tanti ragazzi del luogo negli anni del boom economico.
(vedi foto sul sito del Comune di Bollate: http://www.immaginiememoria.it/ - cerca Castellazzo - Al mare a Bollate)!