Osservazioni   x

5 luglio 2013

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Carpe al Cavo Porro

 

 

Breve introduzione

Oggi giro dell'oasi e della zona delle risorgive. É finalmente una giornata estiva dopo una lunga stagione all'insegna del tempo incerto.

Ci accolgono molte farfalle e libellule.

Al Cavo Porro ci si chiede chi abbia strappato le foglie degli Iris . Lì se la spassano delle grosse  carpe . Hanno passato l'inverno in poca acqua e sotto una spessa coltre di ghiaccio. Sono ora decisamente ben pasciute.

Oltre il Cavo Litta, in quella che dovrebbe essere una radura del cosiddetto "bosco dei bambini", piantato appunta da dei bambini anni fa, sono cresciute molti aceri negundi (alberi alloctoni sulla lista nera della Regione Lombardia) che richiederanno parecchio lavoro per l'eliminazione.

In compenso sono cresciute una grande varietà di erbe spontanee, di cui non siamo esperti, che attirano una infinità di insetti e particolarmente farfalle. Insomma si è formato spontaneamente e senza alcuna fatica un meraviglioso giardino delle farfalle .   

Oggi dedichiamo particolare attenzione ai legni morti che sono lasciati in loco per aumentare la biodiversità, stimolati in questo da una discussioni sorta in Forum Natura Mediterraneo http://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=210513.

 

 

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Una Amata fegea ci accoglie subito all'arrivo

 

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Nella siepe di Carpini una Calopteryx splendens . Giornata calda e libellule in abbondanza.  

 

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Sul canale secondario queste Ortensie  ci ricordano che fino al 1993 c'erano degli orti. Sopravvivono clandestinamente da 20 anni!   

 

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Una Platycnemis pennipes femmina si scalda al sole sulle ginestre. 

 

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La Ginestra di Spagna ha i frutti ancora immaturi

 

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La Ginestra dei carbonai li ha già scuri

 

Nella zone delle risorgive

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Sul Cavo Porro sembra che qualcuno si sia divertito a strappare tutte le foglie di Iris pseudacorus . Sarà stato qualche animale. Ma chi?

 

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Il taglio alla base della foglie

 

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Le carpe viste dalla riva alta del Cavo Porro. 

 

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Se ne stanno a gruppi. 

 

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Sempre loro.

 

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Un paio di Ornielli crescono nella zona. 

 

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La foglia fa pensare ad una Acero riccio , nato spontaneamente. se l'identificazione sarà confermata, sarà una nuova specie
per il caloggio.  Da dove sarà arrivata?

 

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Oggi si pone particolare attenzione al legno morto . Al Caloggio ci sono almeno 4 fra 
tronchi e rami adagiati al terreno e lasciati appositamente per incrementare la biodiversità
Ci sono poi alberi morti ancora eretti e alberi cavi. Sull'importanza del legno morto nei boschi
se ne discute qui in FNM http://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=210513
e si è svolto un convegno. Gli atti si trovano sul sito dell Forestale  qui  

 

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La parte apicale di un tronco di pioppo, lo stesso che sopra, è quasi completamente decomposta. L'albero era stato piantato nel 1978
e si è schiantato al suolo all'incirca nel 2003 quando aveva circa 25 anni.  

 

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Sulla scarpata dell'ex invaso c'è questo Pero selvatico . Lì vicino c'è
anche un  pero domestico cresciuto spontaneamente. 

 

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Un Tiglio nostrano Tilia platiphyllum

 

Un giardino delle farfalle spontaneo

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I fiori gialli  a sinistra sono di Iperico

 

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Una Cavolaia

 

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Sempre lei ma in zone c'erano anche Cedronelle e altre specie (almeno 5).

 

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Altra vista della zona

 

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Idem

 

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Questa pianta attira le farfalle meglio della tanto decantata Buddleja .  

 

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Fiori rossi da determinare. Le erbe non sono la nostra specialità

 

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Sulla strada del ritorno osserviamo i fiori dello Scotano

 

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Idem

 

Nell'oasi

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Una Platycnemis pennipes su una farnia del sentiero 2

 

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Questo insetto che assomiglia a uno zanzarone è sulla bacheca all'ingresso dell'oasi. 

 

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Presso lo stagnetto un Carpino è morto.
Le due Farnie vicina che lo scorso anno avevano sofferto molto, sembra che si siano riprese. 

 

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Sul sentiero 2 pende un ramo di Pallon di maggio carico di bacche. 

 

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Nel bosco nuovo la prima erba nemorale che si sta insediando è il Sigillo di Salomone .
Nella foto anche una nuova piantina di Acero di monte

 

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Nel bosco vecchio un tronco di quercia giace a terra da circa 25 anni. 

 

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Dettaglio del tronco sopra che come si vede non è ancora decomposto

 

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Nella parte apicale la decomposizione è più avanzata

 

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Nell'estate 2012 si è aggiunto all'elenco dei legni morti un grosso ramo di farnia.

 

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Il castagno più grande del bosco vecchio soffre per il cinipide, ma sembra che
la chioma si sia ripresa. 

 

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L' ontano mascotte dell'oasi cresce lentamente perché all'ombra di molte robinie.
Comunque si è  ben ripreso dopo aver sofferto per il caldo la scorasa estate. 

 

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Il ceppo di un pioppo il cui tronco giace a cavallo del Nirone da una decina di anni.

 

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Una farfalla nell'ansa del prato umido del sentiero 4

 

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Sul sentiero 7 il Pyrus pyraster ( pero selvatico di specie incerta) porta piccoli frutti

 

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Sulla siepe di carpini della Via Caloggio, la Vanessa non vuole aprire le ali. 

 

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Sul sentiero 3, nel bosco vecchio un'altra Amata fegea (farfalla non molto comune)

 

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L' Amata fegea si lascia fotografare anche di fianco

 

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Un Pado lungo il sentiero 1 è morto sena apparente ragione.
Sembra che i padi abbiano vita breve.

 

Fine