La radura e lo stagno
A destra per il sentiero n °1
Descrizione
Appena oltrepassato il ponticello di ingresso si aprono tre sentieri. Quello a destra è il nostro sentiero n ° 1. Corre a ritroso parallaelo alla Via Caloggio da cui lo separa il canale secondario del Villoresi verso una radura e uno stagno. Il sentiero è dritto e diviso a metà, in due tratti, da una deviazione verso sinistra. Proseguendo dritti si raggiunge una piccolo slargo, la radura, sotto i fili dell'alta tensione. Fare attenzione a un piccolo rigagnolo, seminascosto dalla vegetazione, che attaversa il luogo. Oltre la radura si presenta un fitto boschetto di poche decine di metri. La traccia del sentiero vi si perde. I volontari lasciano il luogo piuttosto al naturale e durante la bella stagione la vegetazione è così intricata che di solito il passaggio diventa impraticabile. Si consiglia quindi, se non si è attrezzati, di tornarre sui propri passi, magari dopo aver dato una occhiata dalla radura. La deviazione di cui dicevamo porta allo stagnetto, poco più che una piccola pozza artificiale presso le rive del fiume Nirone. Lo stagnetto è importante per garantire la riproduzione degli anfibi, considerando che il Nirone è frequentato da pesci e che le risorgive, almeno prima dei lavori di ripristino (2010), restavano spesso asciutte nel periodo più critico. |
Com'era
Nella guida del 96 la situazione era diversa per il sentiero e la parte oggi boscata interrotta solo dalla radura, allora "Zona delle erbe alte sotto l'elettrodotto". Simile invece è rimasto lo "Stagno per anfibi".
Distanze e tempo di visita
Il sentiero, che è a fondo cieco e va percorso nei due sensi, è lungo un centinaio di metri. Per una visita sommaria bastano quindici minuti. Chi ha molta fretta può evitarlo.
La vegetazione allineata lungo i lati dei tratti 1 e 2 è stata rilevata con cura per seguirne lo sviluppo nel tempo.
Particolarità
Il terreno attraversato è stretto, ma durante il periodo vegetativo ci si può illudere di essere in un un ampio bosco. A ovest spuntano le chiome degli alberi della parte chiusa dell'oasi, oltre la via Caloggio . A est alti alberi crescono su entrambe le rive del Nirone e mascherano un paio di grossi edifici.
Albero per albero
Le misure tra parentesi sono dell'inverno 10/11
La piazzuola d'ingressso dopo il ponticello
Subito a destra un paio di grandi cespugli di nocciolo. Poco oltre un sambuco segna l'angolo con il sentiero N°1.
Primo tratto del sentiero, lato sinistro, fino al bivio
Apre la fila un acero
campestre che cresce meno di altri, forse per la troppa
ombra. Seguono due farnie,
di cui la
seconda è la più grossa (23,5 cm) del tratto, un ciliegio
selvatico
(22,5 cm) ed altre sette farnie,
la seconda delle quali abbastanza
sviluppata (22,5 cm).
Inframezzati a questi alberi più grandi che raggiungono 10 - 15 metri
di altezza, ce ne sono molti giovani che non raggiungono l'altezza di
un uomo o poco più e sono aceri,
cliegi, biancospini, sanguinelle,
padi, sambuchi ed un pioppo tremulo
(queto morto nell'inverno 10/11). La maggior parte dui questi alberelli
sono cresciuti spontaneamente.
Primo tratto del sentiero, lato destro, fino al bivio
Si inizia con un arbusto di nocciolo.
Poco oltre troviamo tre
aceri
campestri inframezzati da una farnia.
Procedendo troviamo un
ciavardello, un grosso ciliegio (24,5 cm) ed altri due ciavardelli di
cui il primo il più grande (13 cm).
Numerosi gli arbusti e gli
alberelli più piccoli fra biancospini,
noccioli, padi, robinie
e
viburni. Arretrati rispetto al sentiero ci sono diversi Frassini
Secondo tratto del sentiero, lato sinistro, dal bivio alla radura
Oltre la deviazione si allineano tre farnie ben sviluppate. La terza è la più grossa (25,5 cm). Seguono un acero, un bel cespuglo di prugnolo e all'angolo con la radura si i vede l'inizio del filare di gelsi.
Secondo tratto del sentiero, lato destro, dal bivio alla radura
Un acero non molto grande è seguito da piccoli padi, biancospini e noccioli. Chiude la cortina vegetale un grande sambuco all'imbocco della radura.
Deviazione a sinistra verso il Nirone e lo stagnetto
Girando a sinistra si raggiunge rapidamento un piccolo stagno. Avvicinasi con a cautela per non dispurbare gli anfibi che in primavera lo popolano per ripodursi. Lungo la deviazione troviamo farnie, aceri e dicersi grandi noccioli. Nel sottobosco gli aceri campestri, in alcune zone, crescono spontaneamente come fossero erba. Poco prima dello stagnetto si passa sotto un susino domestico. Lo stagnetto è dietro una quinta di agriofogli.
Vicino allo stagnetto, oltre alla solita vegetazione vediamo un salice e numerosi ligustri . Da l' si vedono bene i platani che sono sull'altra rive del Nirone.
La radura
A destra il sambuco dui cui abbiamo detto. É in buona parte avvolto dall'edera e dall Vite del Canadà. Ai suoi piedi vivacchia un piccolo fico. A sinistra un cespuglio di prugnoli a ci seguono allineato parallelamente ai fili dell'alta tensione un filare di gelsi.
A sinistra il filare dei Gelsi
La radura è attraversata da un canaletto su cui è appoggiata
una
tavola che fa da ponticello. Lungo il canaletto crescono dei giunchi,
l'iris giallo e ortiche, piante poco decorative, ma ideali per la vita
di molti insetti.
Oltre a destra un grande cespuglio di rovi
in cui cresce anche la
vite. Oltre altri sambuchi
e noccioli.
A sinistra una serie di lantane
spesso assalite da erbe
alte,
fra cui il Cisto (una specie di cardo spinoso) che attira con i suoi
fiori violacei farfalle, libellule e api. Subito dietro le lenatae ci
sono un melo domestico e un pruno, residui degli orti di un tempo.
Nel boschetto, oltre la radura, lato destro
Oltre la radura a destra un paio di sambuchi, di cui il secondo di insolite dimensioni, attualmente invaso dall'edera. A seguire un olmo (circ. 89 cm) un piccolo castagno, una grossa robinia sull'argine del canale e infine una bella farnia (circ. 73 cm), ben visibile dalla via Caloggio quando si arriva all'oasi, specie in inverno quando è l'unica pianta a conserva le foglie, ovviamente non verdi, ma color tabacco. Meno visibile è un agrifoglio, non molto alto, ma forse il più vecchio dell'oasi.
Nel boschetto, oltre la radura, lato sinistro
A sinistra abbiamo un albero dal tronco contorto che è un melo, affiancato da un pruno e da un fico (forse morto nell'inverno 11/12), entrambi domenstici, residui dei vecchi orti. Proseguendo vediamo a sinistra diversi olmi ed altre essenze. Uno degli olmi, in fondo al boschetto è molto sviluppato, pur essendo stato piantato come molti altri alberi vicini nel 1994 (verificare - circ 102.5 cm). Nel folto della vegetazione sopravvive un altro fico che evidentemente soffre per la mancanza di luce. Recentemente (inverno 11/12) degli operai addetti alla salvaguardia dellea linea elettrrica hanno abbattuto un olmo che in effetti si protendeva verso i cavi.
Il sottobosco molto ombroso è interamente ricoperto di edera ed in estate, lo sviluppo di rovi e di erbe alte, rendono difficile la visita.
Immagini
Il primo tratto: a sinistra
si intravede
l'acero e i tronchi di tre farnie. A destra dietro le fronde del
nocciolo il sambuco ormai spoglio.
La stessa inquadratura in primavera (inizio aprile
2011)
Ancora la stessa inquadratura nel giugno 2011
L'imbocco delle deviazione a sinistra verso lo stagnetto
Oltre
la radura il sentiero si perde presto nella fitta vegetazione
di un boschetto.
A sinistra un
melo domestico, ereditato dai preesistenti orti e a destra un grande
sambuco.
Nell'inverno 2010 - 2011 il sambuco è morto.
Il sentiero visto dalla radura (3 aprile 2011).
A destra prugnoli fioriti e un gelso ancora spoglio. In alto le fronde
di un grande sambuco. A sinistra alcuni padi.
In basso a sinistra, sotto il sambuco, le foglie di
un fico, a destra quelle di un giunco.