Check list fornita originariamente da Maurizio Minora
  1. Acer campestre
  2. Acer pseudoplatanus
  3. Alnus glutinosa
  4. Berberis vulgaris
  5. Betula alba
  6. Buddleja davidii
  7. Carpinus betulus
  8. Castanea sativa
  9. Cornus mas
  10. Cornus sanguinea
  11. Corylus avellana
  12. Crataegus monogyna
  13. Cytisus scoparius
  14. Euonymus europaeus
  15. Frangula alnus
  16. Fraxinus angustifolia
  17. Fraxinus excelsior
  18. Ilex aquifolium
  19. Juglans regia
  20. Ligustrum vulgare
  21. Malus sylvestris
  22. Morus nigra
  23. Ostrya carpinifolia
  24. Pinus silvestris
  25. Populus alba
  26. Populus nigra
  27. Populus trumula
  28. Prunus avium
  29. Prunus padus
  30. Prunus serotina
  31. Prunus spinosa
  32. Pyrus piraster
  33. Quercus cerris
  34. Quercus peduncolata
  35. Quercus petraea
  36. Rhamnus cathartica
  37. Robinia pseudoacacia
  38. Rosa canina
  39. Ruscus aculeatus
  40. Salix alba
  41. Salix caprea
  42. Salix eleagnus
  43. Sambucus nigra
  44. Sorbus aucuparia
  45. Sorbus torminalis
  46. Taxus baccata
  47. Tilia cordata
  48. Ulmus minor
  49. Viburnum lantana
  50. Viburnum opalus

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Le specie

| Tabella sistematica | Presenze incerte | Elenchi a confronto | Lista nera |

 

Quante e quali piante potremo incontrare al Caloggio?  

La lista originaria e le integrazioni

Erano 50 le specie che facevano parte della check list originaria, fornita da Maurizio Minora, da cui prende avvio questo lavoro [inizio 2010] e che potete vedere qui a destra .

A seguito dei suggerienti di chi ha segue l'oasi fin dall'inizio e di numerose la lista si è modificata e allungata. É quella a sinistra.

Inizialmente questo sito si è occupato delle specie più comuni e tipiche dell'oasi, per arrivare poi a quelle meno frequenti, rappresentate magari da pochi esemplari che a volte non si sapeva dove cercare o come riconnoscere. L'oasi è piccola, ma sempre in grado di offrire sorprese e nascondere piccoli segreti. Così il lavoro prosegue.

Il numero delle specie in elenco, a quasi due anni dall'inizio del lavoro [dicembre 2012], è ancora altalenante e cominciamo a dubitare che possa mai essere definito. Meglio dire che siamo attorno alle 70 specie e che ci rassegnamo a qualche approssimazione.

Nel riquadro in fondo alla pagina abbiamo annotato alcuni cambiamenti... che non saranno gli ultimi. 

La lista qui a sinistra viene  "aggiornata" tempestivamente. Poi aggiorniamo l'elenco della pagina iniziale e della mappa del sito. Quindi riportiamo i cambiamenti in tutte le altre pagine.

Criteri di inclusione

Il sito è dedicato ad alberi e arbusti. Sono considerati tali i vegetali che hanno una parte legnosa e includono anche le piante lianose.

Aggiunte

Alla lista originaria sono state pertanto aggiunte diverse specie arbustive come il rovo e lianose come l' edera , la vite del canada e altre.

Sono poi state incluse specie rappresentate da pochissimi o addirittura singoli esemplari, come ad esempio un bagolaro di medie dimensioni [ma forse ce ne sono due] o uno Spartium junceum (sicuramente unico). 

Lo spirito è quello del dare una risposta al visitatore che si chiede cosa sia questa o quella pianta, anche se si trova di fronte a un esemplare solitario .  

Escluse con qualche eccezione

Non sono compresi (ma vedremo) alcuni residui degli orti preesistenti all'oasi, come un paio di  pruni domestici di diverse varietà, al momento tollerate, ma poco adatti all'oasi. 
La stessa origine hanno il  fico e la vite che difatti erano stati inizialmente esclusi. Si è cercato di eliminarne più volte alcuni, ma poi sono ricresciuti. Vista la loro resistenza e tenacia e considerato che non sono poi così estranei alla flora locale si è pensato di accettarli, almeno nell'elenco.  

Sono state escluse varie specie inizialmente inserite sulla base di valutazioni varie rivelatesi poi erronee di fronte a controlli più accurati

Incluse con la condizionale

Qualche specie dovrebbe essere forse depennata, come la buddleia  ( Buddleja davidii ) e il crespino ( Berberis vulgaris ). Presenti inizialmente, da tempo se ne è persa traccia. Considerato che potrebbero riapparire e che si possono vedere nei dintorni le lasciamo. Per segnalare questa assenza le elenchiamo tra parentesi. La stesso vale per l' ailanto , comparso recentemente in grande quantità, a seguito di lavori di diradamento e reimpianto operati dal Parco, e poi debellato dai volontari. 

Diverso il discorso per il Rubus cesius , di cui è nota la presenza nel Parco delle Groane seppure raro e segnalato nella zona nord. Difficile confermare la sua presenza al Caloggio. La scheda potebbe aiuitarci in un eventuale riconoscimento nella grande massa dei rovi comuni. Lo stesso vale per la Lonicera caprifolium , egualmente rara. Per ora tutti i numerosi semplari della famiglia osservati sono della specie Japonica , ma non disperiamo.    

La vegetazione si evolve

La vegetazione cambia rapidamente .


I volontari di vecchia data chiamano ancora rimboschimento , quello che qualunque visitatore chiamerebbe bosco, magari giovane, ma bosco. Qui lo chiamiamo bosco nuovo .

Molte piante pioniere o eliofile sono quasi scomparse. Piano piano il sottobosco dei suoli più umiferi si espande.  L'oasi vanta infatti alcune popolazioni di fiori selvatici di grande pregio, ma queste esulano dal campo di interessa primario di questo sito, almeno per il momento.  

padoGli alberi  hanno ormai raggiunto una ragguardevole dimensione , ma soprattutto molti  si riproducono spontaneamente .

Sembra che il pado  sia arrivato alla terza generazione, la seconda spontanea [già nel 2010]. Le pianticelle messe a dimora nei primi anni sono arrivate a riprodursi attraverso il seme e queste a loro volta cresciute hanno prodotto altri semi che sono germinati.

L'oasi è piena di nuove piantine di farnia e di acero campestre spuntate da sole. Se quasi tutte le specie presenti si riproducano autonomamente è certo è un buon segno, ma questo è un argomento che dobbiamo ancora approfondire.

Arrivano, attraverso i semi portati dal vento, dagli uccelli o chissà come, anche specie nuove, alcune gradite, altre meno.

E poi ci sono i cicli vitali che si concludono, magari accelerati da parassiti o da intemperie. Ma qui i parassiti sono chiamati funghi o insetti. E il legno si lascia spesso a terra per favorire gli insetti xilofagi. É ancora recente il riconoscimento dell''importanza del legno morto per la biodiversità. Così la ramaglia accumulata può ospitare la piccola fauna. Nell'oasi la natura fa il suo corso.

Nell'estate 2012 abbiamo avuto una moria di farnie, carpini e padi. La siccità prolungata e il caldo sono state sicuramente le cause determionanti, ma probabilmente hanno giocato altri fattori, come la circolazione dell'acqua nel sottosuolo e la natura del terreno, probabilmente ancora povero di humus. Non si spiegherebbe altrimenti come altri esemplari della stessa specie abbiano subito sorti diverse. 

Che il terreno presenti una grande variabilità si deduce anche dalle vistose  differenze del sottobosco . E questo sarebbe proprio un bell'argomento da sviluppare. 

L'evoluzione della vegetazione e dell'ecosistema meriterebbe osservazioni più approfondite. 

La determinazione

olmo Su qualunque manualetto  degli alberi italiani si trova un numero di specie nell'ordine del centinaio. Ma se si va a guardare varietà ed ibridi, la questione si complica.

Qualche pianta di origine a volte incerta arriva da cittadini volenterosi. La maggior parte proviene da vivai specializzati, come quello della forestale (ERSAF di Curno). Ma anche qui può capitare che siano forniti ibridi e varietà non specificate.  

Basti pensare al caso dell'olmo, che all'oasi consideriamo olmo minore . Si può notare che i vari esemplari hanno caratteristiche diverse. La cosa si spiega con la storia dell'olmo e della malattia che nel dopoguerra ha rischiato di portare all'estinzione il genere che conta centinaia di specie. Si è notato che l' olmo siberiano ed altri resistevano meglio alla malattia. Si sono sperimentati incroci di ogni genere, la cui storia ci è abbastanza ignota. Quando guardiamo un olmo minore in realtà non sappiamo esattamente cosa sia. Per ora ci accontentiamo di chiamarlo olmo minore.

Filo da torcere nella classificazione ce ne danno anche altre essenze. I salici contano moltissime specie e sono soggette ad ibridazione naturale. Il Pignatti stesso avverte di questa difficoltà. I pioppi non hanno la stessa molteplicità dei salici, ma tendono ugualmente ad ibridarsi e a presentarsi in forme sfuggenti.

Altre incertezze le troviamo in specie coltivate e manipolate dall'uomo da millenni, come il pero , il melo e la vite . Distinguere la forma selvatica originaria di queste dalle infinite varietà, magari rinselvatichite, è davvero problematico.

Distinguere la specie vegetali non sempre è semplice

La frequenza

Passeggiando per l'oasi si nota subito la prevalenza di alcune specie rispetto ad altre. Abbiamo stimando queste cose un po' a occhio anche se ci piacerebbe usare un metodo più scientifico. Con buona approssimazione riteniamo che fra gli alberi autoctoni siano molto comuni le farnie, gli aceri campestri, gli olmi, i ciliegi, i padi e i carpini; fra gli arbusti i biancospini, i noccioli, le sanguinelle, gli evonimi e i rovi; fra le lianose l'edera.

Curiosamente alcune specie ampiamente presenti al Caloggio sono rare per il Parco delle Groane (vedi  acero campestre ) e viceversa (vedi  betulla pino silvestre ).

Nome comune Nome scientifico Portamento Frequenza al Caloggio NC Frequenza nel PG
farnia Quercus peduncolata Albero molto comune CC CC
robinia  Robinia pseudoacacia Albero molto comune CC CC
olmo campestre Ulmus minor Albero molto comune CC C
acero campestre Acer campestre Albero molto comune CC R
ciliegio selvatico Prunus avium Albero molto comune C C
carpino bianco Carpinus betulus Albero molto comune CC C
ciliegio tardivo Prunus serotina Albero poco diffuso C CC
betulla Betula pendula Albero poco diffuso PC CC
pino silvestre Pinus silvestris Albero poco diffuso PC CC
pioppo tremulo Populus tremula Albero poco diffuso PC CC
pado Prunus padus Albero o arbusto molto comune CC PC
biancospino Crataegus monogyna Arbusto molto comune CC CC
nocciolo Corylus avellana Arbusto molto comune CC C
edera Hedera helix Rampicante molto comune CC CC
rovo Robus ulmifolius Arbusto molto comune CC CC
sambuco Sambucus nigra Arbusto molto comune CC C
sanguinella Cornus sanguinea Arbusto molto comune CC CC
frangola comune Frangula dodonei Arbusto comune PC CC
salice cenerino Salix cinerea Arbusto probabilmente assente NP CC

Presenze e classificazioni incerte

Nel novembre 2011 risultano censite con una buona sicurezza 50 specie. Per 15 appare necessario confermare la presenza. Previa consultazione degli esperti dell'oasi la questione viene affrontata e in buona parte risolta ( Vedi qui come).

Le liste subiscono quindi un aggiornamerto:
Rimangono poi varie incertezze sulla classificazione (per almeno 13 specie). La questione verrà affrontata prossimamente.


Agosto 2012

Molti dubbi sono stati chiariti, ma altri ne restano. Su 74 specie incluse negli elenchi per varie ragioni, una quindicina sono definite Rare o occasionali. In questo gruppo si sommano situazioni varie: alcune presenti probabilmente con meno di 5  esemplari, alcune poco significative, alcune ancora da accertare, altre sono state presenti temporanealmente e forse lo sono ancora o si pensa che possano ricomparire. Ecco un grafico che indica la situazione.
grafico diffusione ad agosto 2012

Legenda:

  • Molto comuni : Sono dappertutto, abbondanti e si riproducono spontaneamente ( 15 specie )
  • Comuni :  Diverse decine di esemplari (>30) ( 12 specie )
  • Poco comuni : Da 5 esemplari a poche decine (<30), o più abbondanti ma che vengono eliminate (es. Prunus serotina) ( 32 specie )
  • Rare o occasionali : Occasionalmente appaiono con molti esemplari che vengono eliminati (es. Ailanto). Meno di 5 esemplari, situazione poco nota, da accertare, estinte ( 15 specie )
   

Flora alloctona 

Purtroppo sono significativamente presenti anche alberi di origine alloctona, meno però che nel resto del Parco delle Groane e questo crediamo possa essere una vanto per il Caloggio.

Le robinie costituiscono una presenza ancora importante fra gli alberi d'alto fusto. Sono concentrate in alcune parti dell'oasi, ma nei nuovi rimboschimenti sono assolutamente assenti. Via via nel tempo lasciano il posto ad altre essenze sia naturalmente, perché giungono al termine del loro ciclo vitale, sia perché vengono gradualmente eliminate. Inoltre la loro ricrescita viene contenuta. 

É scarsamente presente il  pruno serotino . Ogni anno però spuntano parecchi nuovi esemplari, probabilmente dai semi portati dagli uccelli o dalle radici degli esemplari precedentemente eliminati. Non viene assolutamente lasciato crescere, perché se giunge alla produzione di semi diventa incontenibile. Lasciato a sé colonizzerebbe rapidamente tutta l'oasi. Il pruno serotino è senz'altro la specie alloctona che da più lavoro da fare. 

Altre essenze costituiscono una minaccia meno temibile come l' acero negundo che si propaga spontaneamente ed in grande numero, ma viene eliminato facilmente e così la quercia rossa .

Aggiornamento sulla flora alloctona (estate 2013)

Nella zona delle risogive ìve l'acero negundo ha dilagato, Decine e decine di alberelli hanno raggiunto diversi metri di altezza. A foglie caduti verranno elimnati. 

Aggiornamenti sulla checklist

Novembre 2011

La lista si aggira sulle 76 specie

Nella parte chiusa dell'oasi, durante lavori di ordinaria manutenzione del bosco, si sono rinvenuti molti ailanti dell'anno. Come noto sono di una specie alloctona molto invasiva. Sono stati tutti eliminati, ma si teme che il fenomeno si ripresenterà il prossimo anno. Vedi la scheda

Giugno 2012

L'elenco è sceso a  73 specie. .

Sono stati eliminate dagli elenchi alcune specie che erano rimaste a lungo in forse. Non essendo state rilevate durante le osservazioni, non avendone avuta alcuna notizia e dubitando di trovarle, si è scelto di accantonarle.

Le specie eliminate o sostituite sono:
Buxus sempervirens , Calluna vulgaris , Ligustrum lucidum (sostituito con Ligustrum sp ),  Mespilus germanica , Platanus orientalis (sostituito con Platanus sp .),  Sorbus domestica , Vinca major ,   per un totale di 5 specie in meno.

Per altre specie sono state applicate delle parentesi che indicano qualche incertezza nella determinazione o nella presenza

Le specie aggiunte sono:
Spartium junceum
 
Il conto finale è di 4 specie in meno e passa da 77 a 73 .

Agosto 2012

Inserito il Prunus cerasifera . Il numero complessivo conta ora 74 specie, comprendendo anche situazioni incerte. Il numero effettivo dovrebbe aggirarsi sulle  70 specie.

Settembre 2012

Eliminata dalla checklist la Quercia rossa ( Quercus rubra ), forse inclusa per un malinteso, non sarebbe mai stata osservata né all'oasi né nelle vicinanze. E per fortuna, si tratta infatti di una alloctona invasiva. Siamo ora sulle 71/73 specie.

Legislazione lombarda relativa a specie protette e alloctone