Osservazioni |
| Osservazioni dell'anno 2012 | |
Sabato, 21 Aprile 2012 - Da Castellazzo all'Oasi del Caloggio
ore 9.30 – Ritrovo Santuario della Fametta, Castellazzo di Bollate
. Una facile passeggiata dal santuario della Fametta all’Oasi WWF del Caloggio, lungo
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Sullo sfondo del Parco le Grigne innevate ed il Resegnone, più nascoto dagli alberi, fotografati da una finestra della torre
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"La Cappella della Fametta, probabile torre di avvistamento medievale, trasformata a colombaia nel Quattrocento e poi mutata nel santuarietto seicentesco, presenta un affresco con la Sacra Famiglia"
Un modellino in legno della cappelletta all'ultimo piano della Torre. Sulla sinistra un disegno. |
La chiesetta della fametta è aperta ed è possibile visitare l'interno e salire nella torre
All'interno una rappresentazione della Sacra Famiglia che, nonostante lo scarso valore artistico, è stata oggetto negli scorsi anni di un furto seguito dal ritrovamento. All'ultimo piano un bel modellino in legno della costruzione. Bella la vista verso nord est: solo il verde degli alberi e sullo sfondo le montagne imbiancate dalla neve dei giorni scorsi. |
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Vengono fornite le prime informazioni sulla passeggiata.
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Il
Console del TCI illustra le caratteristiche del luogo il cui nome
sarebbe legato alla peste, indicata appunto con il termine
Fametta. Secondo una leggenda di scarsa attendibilità , ma egualmente interessante, il luogo sarebbe stato riservato ai sopravvissuti della terribile malattia che manifestavano i sintomi della guarigione con la ripresa dell'appetito (fametta). |
I bivalvi più piccoli sono degli asiatici
Corbicula fluminea
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Ci
si avvia verso nord per poi piegare a destra verso la ferrovia, dove
scorre il canale secondario del Villoresi che distribuisce le sue
acque in direzione di Bollate. Presto si supera un torrentello che raccoglie le acque dei campi e le porta al Nirone. Le acque locali non si mescolano a quelle provenienti dal Villoresi. La separazione avviene attraverso dei sifoni. Dalle acque di questo torrentello Maurizio Minora preleva, per il tempo di una breve osservazione due tipi di bivalve, uno piccolo, l'altro invece grande come una palla da tennis. Entrambe derivano dai pesci importati a scopo piscatorio dall'EST e dal Nord Europa. La prima fase dello sviluppo avviene nelle branchie di alcuni pesci. |
Le conchiglie più grosse sono delle anodonta.
La specie è difficile da determinare. |
La
pista ciclabile permetterà in futuro di completare l'anello Ticino,
Villoresi, Expo, Naviglio, Darsena e, attraverso le altre
piste del Villoresi e del Parco delle Groane, a una
viabilità ciclastica molto più ampia.
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Proseguendo si
incontrano manufatti che un osservatore
inconsapevole potrebbero apparire di scarsa considerazione. Costituiscono degli interessanti esempi di archeologia tecnologica di fine '800. Il responsabile del Villoresi spiega infatti che sono coetanei della costruzione del canale e ne illustra nei dettagli le caratteristiche.Tutta l'opera del Villoresi è stata grandiosa quanto oggi misconosciuta. Sicuramente merita una maggior attenzione.
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Un chiusino per il prelievo di acqua: spalle in muratura di mattoni, guide in beola e ed elementi mobili in ghisa. |
Nei pressi di un laghetto un primo ponticello in beola poggia su una pila intermedia in mattoni e con cordoli rilevati per tenere in carreggiata le ruote dei carri. Manca di una beola e della copertura in terra. | |
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Poco più a valle un ponte identico è invece in perfette condizioni, completo di sua ogni parte originaria e ancora rivestito in terriccio. |
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Il canale secondario prosegue verso sud fino a lambire l'oasi del WWF lungo la via Caloggio. L'acqua che dovrà rifornire la zona dell'Expo (canali e laghetti) sarà deviata un centinaio di metri più a nord dell'oasi. A tal fine un piccolo canale terziario (Canale terziario 63 Garbagnate) dovrà essere decisamente allargato. Nella
mappa a sinistra il percoso della passeggiata dalla Fametta al
parcheggio di Via Verdi (di 3,8 km) ad il tracciato del secondario.
Il punto di prelievo "3 Garbagnate" delle acque destinate a EXPO 2015 . Sul pilastrino di sinistra si legge la scritta in rosso "3G" |
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Nella
mappa a sinistra si vede tutto il percorso che l'acqua, proveniente dal
Volloresi e quindi dal Ticino, farà verso la zona Expo per poi
attraverso il Parco di Trenno e il Parco delle Cave fino a raggiungere
il Navigio Grande e quindi la Darsena milanese. L'acqua poi
defluirà a sud dal Naviglio Pavese. Un buon tratto di canale dovrà essere scavato per l'occasione. La rete dei canali, sarà affiancata da piste ciclabili e da impianti di alberature e andrà a o costituire il cosiddetto anello verde - azzurro . Vedi l'animazione da cui sono state tratte alcune notizie e immagini qui |
Nell'ultimo tratto del sentiero, poco a nord dello scolmatore del Seveso, guardano indietro, si vede una bella successione di cascatelle . Il dislivello dalla Fametta al Caloggio è di circa 20 metri che vengono superati appunto con una serie di cascate, da cui il nome del sentiero delle sette cascate. .
La presenza dello scolmatore , che ha una ventina di anni e che dovrebbe essere prossimamente ampliato per far fronte alle frequenti esondazioni del Seveso , impone una deviazione del percorso che un tempo collegava il Castellazzo e a Bollate.
Per concludere... la parola a Maurizio
Sarà possibile visitare l'oasi e le risorgive con maggior calma durante le giornate previste in calendario: vedi qui.