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Percorsi

Caloggio 1996

Una guida alla "nuova" Oasi

Nel 1997 il WWF Groane pubblicava una "GUIDA AL PARCO DELLE GROANE". L'introduzione è datata 1996. Si tratta di una nuova edizione di una precedente del 1986. La parte sul Caloggio è evidentemente una nuova aggiunta visto che l'Oasi aveva allora solo due anni.

Riportiamo qui sotto il testo integralmente estratto dalla guida. Sotto evidenziamo i principali cambiamenti intervenuti nel frattempo. Riportiamo anche la mappa, anche questa molto cambiata.

GUIDA ALLA VISITA DEL "CALOGGIO" - BOLLATE

Durata: 30'

Lasciare l'auto nel parcheggio della piscina comunale. Si entra nell'oasi passando sopra un ponticello a cento metri dall'ingresso della via Caloggio. Questo canale, come gli altri nella zona, è stato costruito dall'uomo e serve per portare acqua ai campi: l'acqua arriva tramite il canale Villoresi che la raccoglie direttamente dal fiume Ticino e la trasporta in tutti i territori agricoli a nord di Milano; sono molto importanti per rane e tritoni che lungo le sponde, se provviste di vegetazione possono deporre le uova oppure cacciare piccoli animaletti lungo le rive.
I canali sono molto importanti anche per la vegetazione delle rive: tife, felci (tutte osservabili dal ponte!) e alberi e arbusti come ontani, saliconi, pallon di maggio, sanguinella, ecc. che noi stiamo ripiantando. Queste piante hanno bisogno di molta acqua e se questa dovesse venire meno (asciutta permanente) la citata flora verrebbe nel tempo sostituita da specie meno esigenti. 
Sono presenti anche i pesci che, come l'acqua, arrivano dal Ticino e numerosi insetti come gerridi che "camminano" sulla superficie  grazie al peso ridotto.

IL RIMBOSCHIMENTO -  1 

Rispetto ad un rinnovo naturale vi sono molte più specie di piante arboree e arbustive; normalmente infatti quando un terreno viene abbandonato, sono poche le piante che riescono ad insediarsi.
In questo rimboschimento, per accelerare i tempi naturali, si è provveduto a mettere a dimora anche piante degli stadi più avanzati ma, come si può facilmente vedere, le più rustiche, come gli olmi, hanno preso un notevole vantaggio nella crescita.
In questo ambiente ricchissimo di insetti e semi di erbe selvatiche molti tipi di uccelli vengono a pasturare durante l'inverno e, a primavera, grandi stormi di passeri, a cui si aggiungono cardellini, verdoni e altri uccelli, vengono per cibarsi dei semi, mentre le rondini arrivate ad aprile sfrecciano raso terra in cerca di insetti.
Molti sono gli uccelli insettivori che si fermano per riposare e nutrirsi (magari di ritorno da un lungo viaggio di migrazione) e alcuni si fermano anche per riprodursi. Codirossi, pigliamosche e averle sfruttano i paletti tutori delle piante per posarsi, in attesa di avvistare un insetto e piombargli addosso all'improvviso.
Appena sotto la superficie del terreno trovano riparo nei mesi invernali le raganelle che durante la bella stagione si recheranno allo stagno per riprodursi.
Anche i fagiani e i conigli approfittano della vegetazione per ripararsi e durante la notte ricci, donnole e altri mammiferi come arvicole e topi frequentano quella ricca "sala da pranzo": arvicole e topi scavano le loro tane alla base di cespugli, come il nocciolo che si può osservare subito dopo l'ingresso dell'oasi.
Cercando tra gli arbusti e l'erba, si possono trovare nocciole ed altri semi rosicchiati.
 

vecchia mappa

 

L'ARGINE DEL NIRONE -  2 

Di fronte al rimboschimento nella zona sud, troviamo l'ansa del torrente Nirone e il saliceto. L'ansa un tempo interrata, è stata riaperta nel corso dei lavori di ripristino ambientale e ora ospita il canneto a tife, alcuni arbusti tipici delle zone umide come il salicone e la sanguinella e vari tipi di vegetazione acquatica.
Nello specchio d'acqua nuotano i pesci che vivono normalmente nel Nirone: in particolare alborelle e cavedani che approfittano di questo punto dove le acque sono lente e più calde per riprodursi; anche molti altri pesci possono frequentarlo e questo fa sì che l'ansa, come tutto il corso del Nirone in genere, sia un luogo di pesca per uccelli come il martin pescatore . che frequenta l'area soprattutto in autunno e primavera, e la nitticora, piccolo airone dalla abitudini notturne, che fa la posta ai pesci nella acque basse. Altri uccelli come la ballerina bianca o il pettirosso sono soliti zampettare in questa zona in cerca degli insetti di cui si nutrono e che qui trovano in abbondanza.
Nell'acqua inoltre ritroviamo i gerridi, le larve delle libellule, gli scorpioni d'acqua (si chiamano così ma non hanno nulla a che vedere con gli scorpioni veri e non sono pericolosi) e i ditischi, piccoli "dischetti ovali" in apparenza goffi che si trasformano all'occasione in voraci predatori di insettini e girini. La pozza è anche luogo di riproduzione per le rane verdi e qualche volta anche di rospi smeraldini e tritoni, che però di solito preferiscono pozze più piccole e non frequentate da pesci (che ne mangiano i girini). Le sponde del torrente sono ricche di tane di arvicole.

IL BOSCO -  3 

Il bosco è un vecchio robineto che un tempo veniva utilizzato per ricavarne legna: una volta abbandonato è andato incontro ad un crescente degrado causato dallo squilibrio generale provocato dall'uomo con le sue trasformazioni. Molte delle piante vecchie, storte e malate sono state tagliate e al loro posto sono state piantate specie tipiche delle nostre zone come quercie, carpini e frassini che crescendo e andando a sostituire le esotiche robinie ricomporranno la naturale varietà dei nostri vecchi boschi di pianura. All'interno del bosco, nello strato più basso delle foglie, vivono una serie di animaletti come le rane rosse, i rospi, una moltitudine di insetti e i loro predatori come gli uccelli, i topi e i rettili, a loro volta attivamente cacciati da rapaci notturni, faine, donnole e... gatti domestici.
Nel bosco troviamo il merlo, in inverno il pettorisso e le cinciallegre che con le loro cugine più piccole, le cicniallegre, vengono a cercare le loro prede, insetti e invertebrati e, in mancanza di questi, bacche di sambuco e di altri arbusti. Sono moltissimi gli uccelli che approfittano di queste zone boscate per cercare, tra le cavità degli alberi p tra le fornde dei rami, cibo e riparo dove allevare i propri piccoli.
Dato che si tratta di un bosco giovane mancano cavità naturali dove molte specie di uccelli di solito nidificano, come le cincie e i pigliamosche. Per sopperire a ciò abbiamo sistemato su diversi alberi delle cassette nido che serviranno agli uccelli a nidificare almeno fino a quando le piante, invecchiate, offriranno dei rifugi naturali (ma per questo occorrono dei tempi molto lunghi).
L'altezza delle cassette, il diametro del foro e la vicinanza o meno con i margini boschivi sono selettivi nei confronti degli utilizzatori; infatti, le cassette nei luoghi più ombrosi all'interno del bosco sonp frequentate in maggioranza dalle cicne, mentre quelle poste ai margini del bosco sono prese d'assalto dai passeri o a volte dai pigliamosche.
Anche i picchi rossi frequentano l'area e oltre a becchettare sulla grande quercia morta e sulle altre piante in cerca di insetti e soprattuto di larve nel tronco, sono soliti allargare il buco delle cassette nido pe poterle utilizzare come luogo di nidificazione. Una volta allargato il foro di ingresso, però, la cassetta diventa inutilizzabile per gli uccelli più piccoli che si sentono troppo scoperti.
Sulle punte degli alberi e soprattutto sulla grande quercia morta sono soliti posarsi lo storno e il verzellino per cantare bene in vista re reclamare così il possesso del territorio. Il verzellino è un piccolo passeriforme, di un giallo intenso, parente stretto del canarino, che si esibisce in lunghi e complicati assoli.
Nel bosco, tutte le piante morte sono fonte di vita per per molti esseri viventi che traggono alimento proprio dalla degustazione del legno (i funghi, gli insetti, ecc)

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IL GIARDINO DELLE FARFALLE -  4 

Il giardino è una specie di piccola oasi nell'oasi, dove si spera di poter attirare un numero consistente di farfalle e altri insetti, come i bombi, in modo da renderli più facilmente visibili. É un concentrato di piante di solito molto apprezzate dagli insetti perché ricche di nettare. Ovviamente non è pensabile di vedere sempre un gran numero di farfalle contemporaneamente, ma scrutando attentamente tra le foglie potreste scorgere le grandi e colorate vanesse o i macaoni, oppure le piccole e azzurre icaro o alcune affascinanti falene come la macroglossa, chiamata anche farfalla colibrì per l'abitudine di volare ferma sul posto mentre sugge il nettare dai fiori.

LA ZONA DELLE ERBE ALTE SOTTO L'ELETTRODOTTO -  5 

In questa zona non è stato possibile rimboschire come nel eresto dell'oasi perché la presenza dei fili dell'alta tensione lo impedisce; così si è deciso di lasciare la zona a prato con sfalci regolari di anno in anno che impediscano la naturale espansione del bosco. Non si pensi però che questa zona sia più povera delle precedenti, infatti l'ambiente delle "erbe alte". che prendono piede nel corso degli anni, è molto ricco di vita, soprattutto nel caso di vicinanza a zone boscate, come appunto al Caloggio.

STAGNO PER ANFIBI -  6 

É stato crato un piccolo stagno artificiale, a scopo didattico, che col tempo è diventato un rifugio per gli anfibi anche in periodi di siccità. Si raccomanda ai gitanti una particolare cautela nella visita per non disturbare flora e fauna: la cosa migliore è limitarsi ad ammirare lo stagno dal terrapieno, senza scendere sulle rive.